Qom, o Qum, Kum, Goom, Goom
città dei tappeti e non solo.
Goom del 1945/1955:
A duecento chilometri da Teheran, Kum (scriverò Kum nel modo più semplice per gli italiani) è uno dei luoghi di culto preferiti dagli iraniani;
Lì dal sesto secolo è sepolta la “Casta Fatima”, sulla sua tomba lo Shah Abbas il Grande costruì un santuario oggetto di grande venerazione. La cupola dorata scintilla al sole da quando Fath Alì Shah, all’inizio del secolo scorso, la coprì di lamine d’oro. La gente pia, quelli che noi chiameremmo devoti ed in Iran sono veramente tanti, dopo la morte vorrebbe riposare in pace all’ombra della Casta Fatima.
Kum – Qom – Goom, tappeto in seta:
Tra gli abitanti di Kum e quelli di Kashan è sempre esistita una sottile rivalità. Un detto citava “un cane di Kashan vale più di tutti i notabili di Kum, ma un cane vale certamente più di un abitante di Kashan“.
Non da ultimo avrà influito il primato che si sono contesi per anni nella manifattura dei tappeti. Da Kashan provengono tra i più belli e preziosi manufatti annodati nel terzo quarto del XIX secolo, quelli del maestro Mohtashem; sempre Kashan conobbe nei primi decenni del XX secolo un forte successo commerciale grazie alle opere del maestro Dabir.
Moschea dorata Qom:
Nel 1928 però lo Shah spostò alcune pregiate manifatture da Teheran a Kum, favorendo una nuova era del tappeto. Le produzioni di Kum spiccavano per il sapiente utilizzo della seta nei contorni dei disegni e per i serici minuti elementi floreali che brillavano sui tappeti. La qual cosa non fu certamente vista di buon occhio dagli abitanti di Kashan, orgogliosi delle loro tradizioni.
Apro una parentesi per chiarire che scrivo Kum per facilità di comprensione anche se per essere rigoroso sul sito distinguo i tappeti Qom con la q più antichi, da quelli con la k annodati più recentemente. Non posso inoltre non citare la manifattura sviluppatasi in questa città negli anni ’40 dalla finissima annodatura e realizzata in seta su trama e ordito in seta. In questo periodo nonostante la rivalità tra le due città, la richiesta di manodopera specializzata che si era sviluppata a Qom, fece affluire un gran numero di persone, la maggior parte delle quali proveniva da Kashan.
Torniamo alla moschea di Fateme Ma ‘ sume. Essa fu aperta ad uno straniero la prima volta nel 1716 in occasione della visita dell’ambasciatore di Pietro il Grande; nel 1821 James.
Baillie Fraser vi entrò travestito. Oggi è molto difficile che uno straniero non musulmano possa entrare nell’area riservata.
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