L’argomento di oggi è il tappeto nella tradizione orientale: com’è, come si usa, quale significato racchiude e come si può prendere spunto da questa lunga tradizione.
Il tappeto in Oriente e in Occidente ha significati ben diversi e l’approccio che si ha verso questo elemento di conseguenza cambia. Da una parte, è parte integrante della vita stessa, dall’altra il tappeto riveste una mera funzione decorativa. Ricordiamo che il tappeto non è oggetto di arredamento, ma è arredamento stesso, se non opera d’arte.
L’Importanza del Tappeto nella Tradizione Orientale
Unici nei decori e preziosi nella manifattura, nella tradizione orientale i tappeti assumevano molteplici ruoli e significati: per esempio venivano usati come porta o tavolo (ci si siede per terra sul tappeto e si mangia sul tappeto stesso). In poche parole si vive su di essi: si prega inginocchiati, si dorme, si mangia, oggigiorno si guarda la tv sul tappeto. Si vive a stretto contatto con il tappeto.
Questo perché nel mondo nomade e orientale il tappeto era un prezioso elemento che sopperiva alla necessità di smorzare l’impatto con la terra delle tende, nuda e sgradevole. Inoltre il tappeto veniva utilizzato per molte altre attività quotidiane: si producevano tappeti da sacca e da sella, tappeti per separare gli ambienti, tappeti-porta, tappeti per la preghiera, per pregare i propri defunti, tappeti nuziali. Il tappeto protegge dal freddo: è quindi calore; protegge dagli sguardi indiscreti: è tramezzo; separa dal contatto con il terreno: è divisorio protettivo; il tappeto è in grado anche di proteggere dagli spiriti naturali che si muovono nello spazio circostante: è spazio sacro.
Nella tradizione orientale quindi il tappeto è parte integrante della vita e nei suoi confronti vi è un rispetto sacro.
Il Tappeto in Occidente: Simbolo di Prestigio e Potenza
In Occidente invece si è sviluppato un approccio al tappeto quasi opposto. Il tappeto ha sola funzione decorativa e anche se steso orizzontalmente sul pavimento all’uso orientale, non lo si vive allo stesso modo. La prospettiva con la quale si rivolge lo sguardo al tappeto è solo quella dall’alto, e la percezione visiva del disegno e del gioco dei colori è statica e non presenta variazioni.
In Occidente il tappeto è conosciuto sin dall’epoca delle crociate e veniva visto come un oggetto di pregio, il cui uso ne avrebbe diminuito la preziosità, era simbolo di potenza e prestigio e per questo l’uso principale era quello di collocarlo ai piedi del trono della Madonne o degli altari nelle chiese, come se fosse un vera e propria espressione delle arti figurative religiose. Usi alternativi erano quelli che prevedevano l’utilizzo del tappeto per coprire tavole e cassapanche, ma mai per essere calpestato.
Commento di Fabio Morandi:
Distinguere tra oriente ed occidente in modo così netto non è corretto; innanzitutto bisogna vedere a quale periodo storico ci si riferisce e come viene percepito l’uso del tappeto nelle diverse classi sociali.
Se prendiamo ad esempio i tappeti ritratti nei dipinti del Lotto o del Ghirlandaio, risulta evidente la funzione di voler elevare, distaccare da terra, mettere su un piano più alto la divinità o il personaggio posta sul tappeto. Nei dipinti del Vermeer invece è più evidente la funzione decorativa. Ai nostri giorni il tappeto viene acquistato quasi sempre per impreziosire l’ambiente ma c’è anche chi vuole entrare nello spazio sacro racchiuso dal tappeto per indagarne l’universo simbolico.
Il tappeto quindi da una parte abbellisce e vivacizza gli ambienti, dall’altra racconta esperienze, miti e credenze, è portatore di simboli, sogni e anche paure.
Ancora oggi nelle case orientali si cammina scalzi, le scarpe si lasciano all’ingresso e il contatto fisico con il tappeto è inevitabile, gradevole, oltre che più igienico. Sempre più famiglie occidentali prendono spunto dalla tradizione orientale e per esempio camminano scalzi per casa, utilizzando il tappeto per coprire il freddo pavimento e rendere più piacevole il camminarci sopra.
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Questa particolarità sui tappeti mi era sfuggita nonostante abbia una certa passione per l’arte, ma quali sono i tappeti che hanno un impatto più “artistico” in casa? Quelli Persiani?
Un saluto affettuoso a Rachele che mi scrive spesso.
Come da tua autorizzazione mi permetto un tono confidenziale.
Sai che i miei tappeti contemporanei hanno tutti un tocco artistico; ma ti voglio indicare anche questo tappeto persiano destrutturato che a mio avvivo possiede una marcia in più.
Ovvio che Marco Nereo Rotelli
Jan kath
Yurghen Dahlmanns
tappeti informali di Daniela Marchetti
sono tappeti d’autore di artisti affermati.
Il tappeto utilizzato come foto copertina è meraviglioso! Come si chiama Sig.Morandi?
Lei ha un fiuto eccezionale!
Serapi capolavoro!
Oggi qualsiasi tappeto Heriz antico viene definito serapi. i pezzi più antichi degni di questo nome sono pochissimi.
saluti
Fabio Morandi